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Congedo di maternità

cos'è

Cos'è

Il congedo di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alla lavoratrice durante il periodo di gravidanza, ossia durante:

  • I due mesi precedenti la data presunta del parto.
  • Il periodo intercorrente fra la data presunta e la data effettiva del parto.
  • I tre mesi dopo il parto.

Il congedo di maternità può essere anticipato nel caso di gravi complicanze della gestazione oppure quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della lavoratrice e del bambino.

Il congedo di maternità può essere flessibile e la lavoratrice ha la facoltà di proseguire l’attività lavorativa durante l’ottavo mese di gestazione e di prolungare il periodo di congedo di maternita dopo il parto per un numero di giorni pari a quelli lavorati nel corso dell’ottavo mese, oppure di astenersi solo dopo il parto nei 5 mesi successivi allo stesso.

In entrambi i casi, la flessibilità è concessa purché il medico del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tali opzioni non arrechino pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.

Durante il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro la lavoratrice percepisce un’indennità economica in sostituzione della retribuzione.

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Il servizio è gratuito per gli iscritti CGIL
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CHI NE HA DIRITTO

Ha diritto al congedo di maternità la madre lavoratrice.

Il diritto al congedo di maternità ed alla relativa indennità spettano anche in caso di adozione o affidamento di minori.

In presenza di determinate condizioni che impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità, il diritto all’astensione dal lavoro ed alla relativa indennità spettano al padre (congedo di paternità).

I requisiti d’accesso variano a seconda della tipologia di lavoro.

Per ulteriori informazioni e per presentare la domanda all’INPS, contatta la nostra sede più vicina.

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DOCUMENTI NECESSARI PER AVVIARE LA PRATICA

Carta d'identità e codice fiscale della lavoratrice

Certificato telematico di data presunta del parto

Certificazione ITL (se lavoro a rischio)

Certificazione ASST competente (se maternità a rischio)

Ultima busta paga

Codice fiscale del nascituro (per la richiesta dei mesi post partum)

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